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Una ragazza è seduta sui gradini di uno scivolo, stringendo forte il cellulare.

Aggressioni sessuali online

Internet e in particolare gli sviluppi nel settore dell’intelligenza artificiale (IA) hanno portato alla nascita di nuove forme di violenza sessualizzata. Le reti sociali, le chat, i videogiochi online e le piattaforme di incontri offrono ai pedocriminali facili occasioni di contatto con minorenni. Inoltre, può succedere che foto e video erotici o pornografici vengano diffusi in rete contro il volere delle persone ritratte. Cosa possono fare gli adulti per proteggere i bambini e i giovani dalle aggressioni sessuali in rete? E come possono proteggere se stessi i giovani?

60%
delle ragazze in Svizzera è già stata approcciata a fini sessuali in rete da una persona sconosciuta (studio JAMES 2022).
5-10
volte maggiore è la probabilità delle ragazze e delle donne di subire molestie sessuali (UFU 2022).
10'824
è il numero di rappresentazioni di abusi su minorenni ritrovate in rete nell’arco di mezza giornata (Project Arachnid).
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Buono a sapersi

Molestie, coercizione, estorsione: i delitti sessuali in rete

La scoperta della propria sessualità è un tema delicato dell’adolescenza. A maggior ragione è importante che durante questa fase l’integrità e l’autodeterminazione sessuali degli adolescenti siano protette. La crescente importanza di Internet quale fonte di informazioni, conoscenze e svago apporta molte opportunità ma comporta anche rischi. La rete e gli sviluppi tecnologici aprono a nuove forme di violenza sessualizzata (intendendo con questo termine le aggressioni e le molestie). In generale, i cosiddetti reati sessuali online, ovvero tutti i reati sessuali collegati a Internet, sono fortemente aumentati negli ultimi anni. Lo stesso vale per i casi di pedocriminalità in rete. Va inoltre tenuto conto che probabilmente esiste un elevato numero di casi sommersi, poiché le persone coinvolte spesso si vergognano e non parlano a nessuno di quanto è loro accaduto.

Per i bambini e i giovani, vivere violenze sessualizzate online è estremamente gravoso. In un documento di posizione, Protezione dell’infanzia Svizzera afferma: «I minori vittime di cybergrooming sono disturbati nel loro sviluppo sessuale nel mondo reale. I minori protagonisti di rappresentazioni di abusi (pedopornografia) sono vittime di abusi sessuali nel mondo reale.»

I pedocriminali usano nella maggior parte dei casi profili falsi in cui si spacciano per più giovani al fine di conquistare la fiducia di bambini e giovani. E l’avanzata dell’ → IA porta con sé nuove possibilità di abuso, rendendo immagini e video di facile manipolazione.

Nel Codice penale (CP), al titolo quinto «Dei retai contro l’integrità sessuale» sono sanciti i principali reati sessuali. Sebbene i reati sessuali online non siano esplicitamente menzionati, ad essi si possono applicare molte delle disposizioni ivi contenute. Potete trovare maggiori informazioni al riguardo alla rubrica → «Reati perseguibili».

Che tipo di aggressioni sessuali in rete esistono? Una panoramica (in ordine alfabetico):

Si parla di «cybergrooming» quando un adulto contatta un minore tramite Internet nell’intento di compiere atti sessuali. Nelle chat, nei forum di discussione, nelle app di appuntamenti, nei videogiochi online o nelle reti sociali i pedofili possono entrare facilmente in contatto, anonimamente, con bambini e giovani. Spesso si spacciano per adolescenti e cercano di scoprire se l’interlocutore è interessato al sesso e se è possibile incontrarlo nella vita reale. Quasi un quarto dei giovani tra i 12 e i 13 anni ha già incontrato una persona conosciuta in Internet, mentre tra quelli di 14 e 15 anni questo dato sale a poco più di un terzo (studio JAMES 2022).

Tuttavia, la responsabilità penale non si applica solo quando si verifica un incontro o un vero e proprio atto sessuale. Anche in questo caso si applicano diversi articoli di legge:

  • Il semplice tentativo di commettere un reato può essere punito se si può dimostrare chiaramente cosa è successo (art. 22 CP).
  • Nel caso di bambini di età inferiore ai 16 anni, può essere invocato l'art. 187 CP, in quanto gli atti sessuali con bambini sono vietati. Ciò include, per esempio, il fatto di costringere il minore a guardare l'autore del reato mentre si masturba o incitarlo a toccarsi sessualmente davanti a una webcam.
  • Anche l'invio di materiale pornografico a minori di 16 anni è un reato punibile (art. 197 CP).
  • Inoltre, le molestie sessuali possono essere denunciate anche in caso di cybergrooming (art. 198 CP).

I termini inglesi upskirting e downblousing indicano fenomeni in cui le persone vengono fotografate o filmate di nascosto. Lo scopo degli autori è di riuscire a immortalare parti intime o seni. Tra gli stratagemmi utilizzati vi è quello di infilare lo smartphone sotto le gonne o di installare videocamere nascoste nelle cabine di prova o in bagni pubblici.

Tali registrazioni costituiscono una violazione della sfera segreta o privata mediante apparecchi di presa d’immagini (art. 179quater CP). In determinate circostanze, possono anche costituire molestie sessuali (art. 198 CP).

Qualsiasi contenuto (foto, video, scritti, registrazioni sonore, ecc.) di atti sessuali che coinvolgono minorenni è considerato pornografia illegale secondo il codice penale. Anche illustrazioni di minori nudi o seminudi a sfondo inequivocabilmente sessuale sono classificate come pedopornografia. Sono vietati la fabbricazione, la messa in circolazione e il possesso di questo tipo di contenuti. Queste disposizioni si applicano anche a fumetti e videogiochi in cui compaiono atti sessuali con minorenni.

I soggetti minorenni stessi che si fanno e scambiano tra loro foto e video intimi possono rendersi penalmente perseguibili in base alle disposizioni legali in materia di pedopornografia. Potete trovare maggiori informazioni al riguardo alla rubrica → Internet e sessualità sotto «Sexting».

Si parla di live streaming quando le riprese vengono trasmesse in tempo reale (in live appunto). In questi casi l’autore di reato costringe per esempio la persona (minorenne) ad accendere la webcam o la videocamera dello smartphone, a spogliarsi e a toccarsi. Oppure l’autore di un abuso sessuale incarica una terza persona di trasmettere in diretta il compimento dell’atto.

Anche questa forma di violenza sessualizzata può essere perseguita penalmente. A seconda di ciò che è accaduto nel singolo caso, si possono ipotizzare diversi reati.

Con questo termine inglese (letteralmente «pornovendetta») si indica la diffusione, dopo una separazione, di foto o video pornografici o erotici realizzati nell’intimità della coppia. Come dice il termine stesso, la diffusione è fatta per vendetta, allo scopo di umiliare, svergognare e oltraggiare miratamente l'altra persona. Anche se in origine le foto e i video sono stati realizzati di comune accordo, la loro diffusione senza il consenso di tutti gli interessati è un atto penalmente punibile. Gli autori inviano questi contenuti per esempio tramite servizi di messaggistica istantanea oppure li caricano su siti porno, non di rado con il nome o il link ai profili social della persona coinvolta.

Da un punto di vista legale, ci sarà un miglioramento per le vittime quando entrerà in vigore il nuovo diritto penale in materia sessuale il 1° luglio 2024: chiunque inoltrerà registrazioni non pubbliche con contenuti sessuali senza il consenso delle persone interessate sarà perseguibile. Fino ad oggi, le vittime potevano ricorrere solo al diritto civile perché il revenge porn violava la protezione della personalità e dei dati.

Nell’ambito del sexting è particolarmente alto il rischio di ricatti. Dissimulando la propria identità, il malintenzionato si procura immagini spinte di altri su reti sociali o piattaforme d’incontro. In seguito minaccia il protagonista di una foto di renderla pubblica in modo da procurarsi altre immagini (p. es. uno spogliarello davanti alla webcam), estorcere denaro o costringere la vittima a un incontro. L’Ufficio federale di polizia sensibilizza al tema attraverso la campagna europea → «Say No!» e invita le persone toccate a sporgere denuncia. Spesso infatti esse non osano denunciare il caso di ricatto per il senso di vergogna.

Esiste inoltre un’altra forma di ricatto, chiamata fake sextortion. In questo caso, i ricattatori sostengono di avere accesso al computer e alla webcam della persona colpita. Essi chiedono denaro o il pagamento di Bitcoin con la minaccia di pubblicare in caso contrario immagini e video pornografici della vittima. Anche in questo caso tali episodi vanno assolutamente segnalati. Alla rubrica «Ulteriori informazioni utili» in fondo a questa pagina è indicato un servizio anonimo a cui potete rivolgervi a tale scopo.

I responsabili possono essere perseguiti per diversi motivi legali:

  • estorsione (art. 156 CP);
  • calunnia (art. 174 CP);
  • violazione della sfera segreta o privata mediante apparecchi di presa d’immagini (art. 179quater CP);
  • pornografia (art. 197 CP).

Al giorno d’oggi è possibile manipolare facilmente fotografie di tutti i giorni senza il minimo sfondo erotico-sessuale grazie a programmi appositi e soprattutto a strumenti di → IA. Spesso è difficile se non impossibile riconoscere la manipolazione. Gli strumenti di IA continuano a migliorare. Gli autori di reato diffondono in Internet queste immagini, inserite in un contesto sessualizzato attraverso la manipolazione, oppure ricattano con esse la persone rappresentate.

I reati come la pedopornografia (art. 197 CP) o la sextortion (estorsione, calunnia, ecc.) si applicano anche se il materiale fotografico è stato creato con l'aiuto dell'intelligenza artificiale.

Secondo lo studio JAMES, nel 2022 al 47 per cento dei giovani tra i 12 e i 19 anni è già successo di essere stati contattati da un estraneo con intenti sessuali indesiderati. Ciò significa che c’è stato un forte aumento in breve tempo, considerato che nell’inchiesta del 2014 questo dato si attestava ancora al 19 per cento. Inoltre, già nella fascia d’età più bassa un quinto dei giovani (tra i 12 e 13 anni) ha avuto esperienze di questo tipo. E le ragazze (60 %) subiscono più spesso molestie sessuali in Internet rispetto ai ragazzi (33 %).

Esistono servizi di chat video (p. es. «Chatroulette») che mettono in contatto sconosciuti mediante un sistema di scelta casuale. Generalmente per accedere bisogna indicare di avere compiuto 18 anni. Tuttavia un controllo non c’è. Continuamente vi sono segnalazioni su utenti (nella maggior parte dei casi maschi) che sfruttano questi forum per masturbarsi davanti alla videocamera o spedire immagini del pene non richieste (in inglese dick pic).

La legge considera reato se qualcuno:

  • coinvolge un minore di 16 anni in un atto sessuale (art. 187 CP) o gli mostra rappresentazioni pornografiche (art. 197 CP);
  • molesta sessualmente un’altra persona compiendo un atto sessuale o mediante vie di fatto o parole (art. 198 CP);
  • costringe una persona a subire un atto sessuale, in particolare attraverso minacce, pressioni psicologiche o violenza (art. 189 CP).

Strategie degli adescatori

Per prendere contatto con le vittime, gli adescatori sfruttano appositamente i servizi e le piattaforme più diffusi tra i giovani. Tra questi vi sono i social media come Instagram o Snapchat ma anche i servizi di messaggistica istantanea (WhatsApp, Telegram ecc.), le app di appuntamenti (Tinder, Lovoo, LoveScout24 ecc.) e i videogiochi online (Fortnite, Minecraft, Clash of Clans, League of Legends ecc.).

Creare un profilo fittizio dando nome, età e persino sesso falsi è semplice. Con questi profili gli adescatori cercano innanzitutto di risvegliare l’interesse delle vittime e poi di guadagnare la loro fiducia. Il meccanismo è particolarmente efficace nel quadro dei videogiochi online, quando si fanno delle partite assieme. Una volta preso contatto, per sottrarsi ai canali pubblici gli adescatori chiedono alle vittime di passare a WahtsApp o altri servizi di messaggistica istantanea.

L’organizzazione jugendschutz.net riporta in un rapporto che i bambini e i giovani rivelano spesso inconsapevolmente informazioni private, postano pubblicamente link a profili Snapchat e YouTube oppure scrivono nei propri post Instagram la loro posizione. Così facendo si corre il rischio di venir identificati da altre persone e addirittura di essere esposti ad aggressioni anche offline (jugendschutz.net, 2019). In WhatsApp sono stati scoperti gruppi all’interno dei quali venivano condivisi contenuti concernenti degli abusi. Questi gruppi venivano pubblicizzati apertamente ed erano dunque di facile accesso.

I ricercatori hanno rilevato che il procedimento di un’aggressione (nel caso di cybergrooming) si svolge sempre secondo uno schema simile (Wachs & Bock, 2022):

1. Scelta della potenziale vittima:

l’obiettivo sono spesso minorenni che sono felici di allacciare contatti in rete, ma risultano piuttosto insicuri, soli e facilmente influenzabili. Gli adescatori cercano innanzitutto di verificare che il minorenne corrisponda alle loro preferenze. Poi provano a testare con battutine o vaghe allusioni se sia data una certa apertura sessuale.


2. Rafforzamento del rapporto:

per riuscire nel loro intento, è necessario che gli adescatori costruiscano un rapporto emotivo. Solo così potrà infatti crearsi un rapporto di dipendenza. Gli adescatori adeguano il proprio modo di comunicare e il proprio registro al minorenne, si mostrano interessati e comprensivi e creano scenari pieni di cose in comune.


3. Valutazione del rischio:

gli adescatori cercano di scoprire se e quando il minorenne naviga solo in rete, come è fatta la sua rete di rapporti sociali e quanto è elevato il pericolo che parli di questo contatto con altri.


4. Accento su vincoli ed esclusività:

gli adescatori cercano di convincere il minorenne del fatto che il loro rapporto è qualcosa di speciale, un «amore proibito», e che per questo nessuno deve venire a sapere di questo contatto. Pretendono di condividere segreti e mettono in chiaro che nessuno lo capisce quanto loro.


5. Aggressione/abuso:

Quando sentono che il rapporto di dipendenza è sufficientemente consolidato, gli adescatori spostano l’attenzione su esperienze o fantasie sessuali. Spesso si figurano quale mentore. Infine si arriva all’aggressione e all’abuso sessuale. L’abuso può avere luogo online, per esempio attraverso lo scambio di immagini di nudo o la pratica di sesso virtuale per videochiamata. Oppure gli aggressori riescono a convincere le vittime a incontrarli di persona.

Subire un’aggressione sessuale online costituisce per i bambini e i giovani colpiti una tremenda ferita nella loro integrità. Si tratta di un abuso della loro fiducia ed essi si trovano spesso a lottare contro il senso di vergogna e di colpa.

Se in gioco c’è anche l’invio di foto o video, l’episodio risulta doppiamente opprimente: alla sofferenza fisica si aggiunge l’incertezza su ciò che l’autore dell’abuso fa del materiale in suo possesso. Questo sentimento d’impotenza può rendere più difficile l’elaborazione dell’accaduto.

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A cosa prestare attenzione?

  • Nelle reti sociali e altre piattaforme essere cauti con i dati personali. Mai rivelare dati sensibili quali nome, età, numero di telefono, indirizzo. Mantenere sempre segrete le password. Ulteriori informazioni sono disponibili nella nostra rubrica → «Sicurezza e protezione dei dati».
  • Sana diffidenza: non credere a tutto quello che viene scritto e mostrato. I profili possono essere falsi. In generale è importante essere prudenti e riservati, quando una persona sconosciuta ci contatta.
  • Mai incontrare sconosciuti: non incontrare mai da soli le persone sconosciute o che hanno preso contatto attraverso una chat, i social o un videogioco online. Se proprio si desidera un incontro, allora bisogna sempre essere accompagnati da una persona adulta e darsi appuntamento in un luogo pubblico.
  • Non effettuare mai videochiamate con gli sconosciuti: un flirt può essere eccitante, ma le intenzioni che vi stanno dietro non sono sempre buone. L’interlocutore potrebbe improvvisamente spogliarsi davanti alla webcam, sebbene non sia una cosa gradita. Oppure potrebbe chiedere all’altro di mostrarsi nudo o di masturbarsi. Montaggi video o screenshot di questi atti possono poi venire usati a scopo di estorsione.
  • Regola generale: non inviare foto di nudi a sconosciuti.
  • Se qualcosa sembra strano, chiedere aiuto (v. prossimo punto) e interrompere/bloccare il contatto.
  • Chi esercita pressione o formula minacce si rende perseguibile penalmente.
  • Coinvolgere terzi: questo vale sia in caso di molestie che quando le proprie immagini vengono divulgate contro la propria volontà. Un adulto di fiducia può intervenire a sostegno.
  • Non sentirsi in colpa: nessuno deve vergognarsi se gli capita qualcosa di spiacevole. La colpa è dell’autore del reato.
  • Esistono servizi come → Clickandstop.ch che permettono di segnalare episodi e/o chiedere consulenza in forma anonima.
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Cosa possono fare i genitori?

  • Spiegare e instaurare un rapporto di fiducia: un dialogo aperto sulla sessualità favorisce un → sano sviluppo sessuale. Ciò comprende anche la conoscenza e il rispetto dei propri limiti personali. Nel caso di temi sensibili è particolarmente importante l’esistenza di una fiducia di base. I vostri figli devono sapere di poter contare su di voi se succede loro qualcosa.
  • Parlare dei rischi: spiegate in modo chiaro ai vostri figli che non tutte le persone che si incontrano in Internet hanno buone intenzioni e che i profili possono essere falsificati. Esortateli ad essere prudenti, in particolare quando vengono contattati da degli sconosciuti.
  • Esercitare le strategie di difesa: allenare con i vostri figli il dire di no li prepara a reagire in caso di necessità. Frasi come «Non voglio!» o «Ti denuncio!» possono intimorire possibili malintenzionati.
  • Intervenite immediatamente: in caso di molestie agite subito bloccando la persona in questione e segnalandola all’operatore. Fate uno screenshot come prova e rivolgetevi alla polizia. Ricordate però di non fare screenshot di foto o video che potrebbero essere classificati come pedopornografia. Potreste rendervi perseguibili. La Prevenzione Svizzera della Criminalità consiglia di segnalare immediatamente il caso sul sito Internet → Clickandstop.ch. Riceverete anche un aiuto (anonimo) per il resto della procedura.
  • Non rimproverare: quando succede loro un episodio spiacevole è penoso per i bambini e i giovani. Essi si vergognano e si sentono stupidi. L’importante è che facciate loro capire il messaggio: «Non è colpa tua!» Cercate piuttosto di parlare di come sia potuto succedere. E di come proteggersi meglio in futuro.
  • Sostenere le vittime di bullismo: quando foto intime o sessualizzate finiscono in circolazione, il rischio di bullismo è dietro l’angolo. Questo è un doppio colpo per le vittime. Trovate indirizzi utili di servizi di aiuto alla nostra rubrica → «Ciberbullismo».
  • Accompagnate da vicino i vostri figli, almeno per i primi passi nel mondo virtuale (p. es. per creare un profilo utente) e convenite con loro regole di sicurezza. Prima tra tutte: mai rivelare dati sensibili quali nome, età, numero di telefono, indirizzo. Ulteriori informazioni sono disponibili nella nostra rubrica → «Sicurezza e protezione dei dati».
  • Assicuratevi che utilizzino offerte adatte alla loro età, come le → chatroom moderate per bambini.
  • Discutete delle strategie degli autori di cybergrooming. Gli adescatori sfruttano spesso le piattaforme più amate tra gli adolescenti (social media, chat, videogiochi online ecc.) e si spacciano per minorenni. Nei loro messaggi si servono dello slang giovanile, si mostrano comprensivi e fanno complimenti. Vogliono che il contatto rimanga segreto e propongono di passare a servizi di messaggistica istantanea privati o di incontrarsi di nascosto. A volte si spacciano per agenti di moda. Una volta conquistata la fiducia della vittima, chiedono fotografie, fanno commenti allusivi o vogliono sentirsi per videochiamata.
  • Disattivate la webcam o copritela con un adesivo.
  • Mantenere la calma: non reagite alle minacce.
  • Segnalare gli autori: presentate denuncia alla polizia e informate l’operatore della piattaforma su cui si è tenuto l’episodio di ricatto.
  • Cercare aiuto: la sextortion è molto opprimente per le vittime dal punto di vista emotivo. Esistono diversi servizi che offrono aiuto, anche in forma anonima se serve. Trovate tutti i link al punto «Ulteriori informazioni utili» in fondo a questa pagina oppure nella nostra → banca dati.
  • Cancellare foto e/o video diffusi: i seguenti servizi offrono aiuto per eliminare dalla rete immagini intime:
  • Parlare di erotismo: quando i giovani scoprono la propria sessualità ed entrano in intimità con altre persone, si mettono alla prova. Ciò può significare anche l’inviarsi foto erotiche a vicenda (maggiori informazioni sul tema sono disponibili alla nostra rubrica → «Internet e sessualità»). Non condannate questi comportamenti, ma tematizzate con i vostri figli i rischi ad essi legati. Foto e video pensati per una determinata persona possono involontariamente essere divulgati a un vasto pubblico. Oppure, se ci si separa, il partner deluso può inviare questi materiali ad altri per vendetta.
  • Per essere sexy non occorre spogliarsi. E nelle foto e nei video provocanti non deve mai essere riconoscibile il volto.
  • Essere prudenti con le immagini dei figli: le foto dei bambini sono carine e divertenti. Ma in Internet possono finire nelle mani sbagliate ed essere manipolate. Siate dunque prudenti nell’inviare foto e video, in particolare se in essi si vedono i vostri figli, per esempio in costume da bagno. Per principio, evitate di postare foto e video in cui si riconosce il loro viso. Troverete ulteriori informazioni e consigli alla rubrica → «Sicurezza e protezione dei dati» e nei contributi del nostro blog → «Gestire con attenzione limpronta digitale dei propri figli».
  • Cancellare foto e/o video diffusi: i seguenti servizi offrono aiuto per eliminare dalla rete immagini intime:
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