Comunicare
Scambiarsi le ultime notizie, chiacchierare e curare le amicizie: le chat e i servizi di messaggistica istantanea permettono di rimanere in stretto contatto, ovunque e in ogni momento, con i propri amici. Comunicare è diventato più facile che mai nell’era digitale, ma non solo: i media digitali offrono anche nuove opportunità di impegnarsi. Nelle comunità online i bambini e i giovani trovano infatti rapidamente chi la pensa come loro e condivide i loro stessi interessi.
Buono a sapersi
La chat è una conversazione virtuale istantanea, ossia che avviene in tempo reale e ovunque ci si trovi. Le chat si sono ormai spostate dalle chatroom anonime verso le reti sociali, quali Instagram, Snapchat e Facebook, oppure verso i servizi di messaggistica istantanea, quali WhatsApp, Windows Live o Skype. Spesso la chat è anche multimediale, ovvero permette per esempio di videocomunicare. Anche i giochi online hanno spesso una chat integrata, in particolare quelli per più giocatori e quelli che si trovano sulle reti sociali (social network).
I servizi di messaggistica istantanea (dall'inglese «instant messaging» ossia «trasmissione istantanea di messaggi») si sono imposti quali nuove forme di comunicazione, sostituendosi ai vecchi servizi come gli SMS (Short Message Service). Essi permettono di trasmettere immediatamente messaggi, foto, video, file audio e altri dati da un utente all'altro tramite un server. Di regola si vede se il destinatario è online. A differenza delle classiche chat su Web, le messaggerie istantanee funzionano senza il controllo di un moderatore e lo scambio avviene direttamente tra una persona e l'altra. I servizi più conosciuti ed utilizzati dai giovani sono WhatsApp, Snapchat, Discord, Telegram, Signal e Threema. Secondo lo studio JAMES 2024, circa il 60% dei giovani tra i 12 e i 19 anni in Svizzera usa WhatsApp e Snapchat più volte al giorno. In tutto il mondo, vengono spediti circa 100 miliardi di messaggi tramite l'applicazione. Tuttavia, WhatsApp è stata più volte criticata dalle autorità preposte alla protezione dei dati a causa della sua scarsa → sicurezza; si raccomanda pertanto l'utilizzo di servizi alternativi → Ulteriori informazioni utili.
I gruppi vengono costituiti per conversare con più persone. Per esempio, si può creare un gruppo tra amici per concordare cosa fare nel tempo libero. Inoltre, nelle reti sociali quali Facebook, esistono gruppi per lo scambio di contenuti specifici. I gruppi pubblici consentono di aderire a chi vi è interessato e i contributi sono visibili per tutti gli utenti, ma possono essere redatti soltanto dai membri del gruppo. I gruppi chiusi permettono l'adesione solo su invito e i contenuti sono accessibili esclusivamente ai membri.
Molto popolari sono anche le chat di classe (per lo più su WhatsApp) per lo scambio di informazioni tra compagni. Ma su di esse le opinioni divergono e non sono immuni a critiche, in particolare nelle le scuole, da parte degli insegnanti e dei genitori, poiché chi non possiede uno smartphone può sentirsi escluso. Inoltre i messaggi inviati non riguardano soltanto temi scolastici e a volte vengono spediti contenuti proibiti, non appropriati o offensivi. I gruppi rischiano poi di diventare un perditempo: poiché spesso i giovani partecipano a diverse chat di gruppo, può risultarne una vera e propria valanga di centinaia di messaggi al giorno.
Nonostante l’ascesa di reti sociali e servizi di messaggistica istantanea, le e-mail restano importanti anche per gli adolescenti, sia come mezzo di comunicazione sia perché un indirizzo e-mail viene richiesto per molte attività online. Tra queste figurano anche offerte (chat, siti, newsletter, videogiochi ecc.) che si rivolgono specificamente ai giovani. Tuttavia i portali e-mail di uso corrente sono impostati in funzione degli adulti. Gli utenti più giovani non vi si orientano bene e sono inoltre confrontati con pubblicità non adatta alla loro età. Per tale ragione è importante scegliere un servizio per giovani.
Emoticon e emoji
Le emoticon sono combinazioni di caratteri utilizzate per esprimere determinati sentimenti: i più conosciuti sono quelli per la gioia :), la tristezza :( e l'occhiolino ;). Ma nel frattempo gli emoticon sono stati soppiantati dagli emoji: direttamente disponibili su WhatsApp, Facebook e altri media sociali, sono diventati una forma di comunicazione a sé stante grazie a una crescente varietà di simboli. Al posto di una parola si invia semplicemente l'emoji adatto.
Ogni giorno in Svizzera vengono inviati svariati milioni di messaggi. Nei messaggi spesso non si dà importanza alle regole grammaticali, di punteggiatura o ortografia. I giovani conversano spesso in gergo, esprimono le loro emozioni con emoji, emoticon come ☺ o sigle come «lol», abbreviano le parole, ne coniano di nuove o ricorrono alle parole onomatopeiche frequentemente usate nei fumetti. Molto diffuso è anche l'uso di espressioni colorite come «fighissimo» oppure «mega spacca».
Per i giovani la sfida sta nell'adattare il proprio linguaggio al contesto: per esempio evitare di usare espressioni come «sciallo» o «figata pazzesca» nei componimenti scolastici. I ragazzi devono sapere che con i genitori o gli adulti si parla diversamente che con i propri amici e in una presentazione o in una prova scritta ci si attendono frasi complete.
Secondo uno studio rappresentativo dell'Università di Scienze Applicate di Zurigo (ZHAW), i giovani sanno adattare relativamente bene il loro stile alle diverse situazioni della scrittura. I media digitali non esercitano quindi alcuna influenza sulle competenze di scrittura dei giovani, né per quanto riguarda l'ortografia, né per quanto riguarda l'espressività. L'impoverimento del linguaggio giovanile, deplorato da numerosi adulti, non si starebbe quindi verificando. Assistiamo invece a un mutamento innovativo e creativo dell'uso della lingua. La modifica delle norme linguistiche può addirittura contribuire a formare l'identità dei giovani.
Il passatempo preferito dei giovani è incontrarsi con gli amici, sia nella realtà che online, grazie ai media sociali. Le reti sociali, le messaggerie istantanee e le chatroom rendono più facile comunicare, curare i rapporti, fare nuove conoscenze e presentarsi agli altri e ricevere il loro parere. Questi strumenti forniscono così un contributo significativo al processo di autonomia nei confronti dei genitori e di sviluppo della propria identità. I media sono pertanto considerati un importante spazio di socializzazione, oltre alla famiglia, alla scuola e al gruppo dei pari.
Inviare e postare messaggi, foto e video non avviene ormai da tempo al solo scopo d’informare. Si tratta anche di condividere qualcosa di personale e creare vicinanza. Come mostra un progetto di ricerca condotto dalla ZHAW, ciò può anche produrre un’alterazione della percezione di sfera privata e confidenza: l’inoltro di un messaggio non significa per forza una violazione della fiducia, ma rappresenta piuttosto il desiderio di rendere gli amici più stretti partecipi di avvenimenti importanti (Generation Smartphone 2018).
I media digitali accompagnano i bambini e i giovani nella loro vita quotidiana fin da piccoli, trasmettendo loro un'immagine del mondo. Gli atteggiamenti e i comportamenti degli adolescenti sono influenzati dalla ricezione ed elaborazione delle informazioni dei media, come pure dal modo in cui essi partecipano attivamente al mondo mediale. Esistono numerose possibilità per mettersi in gioco: entrare a far parte di un gruppo, postare dichiarazioni e video propri, twittare a proposito di temi attuali, discutere nei forum, creare un proprio sito Internet o blog, ecc.
Ad oggi, tuttavia, sono in pochi a sfruttare queste possibilità: secondo lo studio JAMES del 2018, il 11 per cento dei giovani tra i 12 e i 19 anni scrive un contributo per un gruppo di discussione o per un forum almeno una volta al mese, il 8 per cento lo fa più regolarmente, vale a dire almeno una volta alla settimana, mentre solo il 3 per cento carica video o livestream (video in diretta) autoprodotti a cadenza settimanale. Inoltre, soltanto il 3 per cento dei giovani in Svizzera è attivo regolarmente (vale a dire almeno una volta alla settimana) quale blogger.
Il progetto di partecipazione elettronica «ePartizipations» del Comune di Grabs è un esempio di come si possa coinvolgere bambini e giovani a livello comunale tramite i media digitali (→ Ulteriori informazioni utili). L'obiettivo è quello di far partecipare i minori ai processi politici, alla convivenza sociale e alla creazione di spazi di vita.
A cosa prestare attenzione?
Chat & messaggerie
- Prudenza con le richieste di contatto da parte di sconosciuti: nonostante nelle messaggerie istantanee le liste dei contatti vengano composte dal singolo utente e le nuove richieste di contatto debbano essere accettate, non si può escludere la possibilità di avere contatti indesiderati. Inoltre, soprattutto nelle chatroom anonime, può accadere che pedofili contattino potenziali vittime, spacciandosi spesso per altri ragazzi.
- Effetti dannosi dell'esposizione a contenuti per adulti: le chatroom e le applicazioni di messaggistica istantanea sono perlopiù concepite per utenti adulti e di conseguenza non offrono un'adeguata protezione ai minori. Può dunque capitare che gli adolescenti vengano confrontati con contenuti → pornografici o violenti.
- Chat come piattaforme di → bullismo: soprattutto sulle chat (di gruppo o di classe) e sui media sociali possono verificarsi episodi di umiliazione, offesa o molestia.
- Non farsi stressare: l'ossessione di essere sempre raggiungibili e rispondere immediatamente ai messaggi può mettere facilmente i giovani sotto pressione. Prevedere dei momenti senza cellulare può aiutare a prevenire un → utilizzo eccessivo.
- Cautela con i dati sensibili: non dare a nessuno dati personali come nome, indirizzo e numero di telefono. In particolare WhatsApp e altri servizi di messaggistica istantanea sono criticabili dal punto di vista della → protezione dei dati. È vero che prevedono un sistema di crittazione, che però è considerato insufficiente. Gli operatori stessi hanno infatti accesso a tutti i dati.
- Scegliere un nickname adeguato: utilizzare un soprannome (nickname) che non fornisca indizi sulla propria identità. Un esempio di soprannome inadatto è claudia12lugano.
- Bisogna inoltre essere coscienti del fatto che la sinteticità dei messaggi lascia anche spazio a interpretazioni. È dunque possibile fraintendere facilmente una comunicazione.
- Non utilizzare nome e anno di nascita reali: l’indirizzo e-mail non deve fornire indizi sulla propria identità ed età. Se necessario, utilizzare un nome di fantasia.
- Dare il proprio indirizzo e-mail privato solo ad amici e conoscenti e non pubblicarlo assolutamente da nessuna parte. Poiché spesso per registrarsi ecc. viene richiesto un indirizzo e-mail, è possibile creare un secondo indirizzo di posta elettronica. In questo modo l’indirizzo privato rimane tale e viene risparmiato dalla valanga di pubblicità.
- Cancellare sempre le e-mail di mittenti sconosciuti: non bisogna mai aprire un messaggio, quando non è chiaro chi ne sia l’autore. Questo vale a maggior ragione nel caso di dati o immagini allegati. Messaggi e allegati inviati da sconosciuti potrebbero infatti contenere dei virus. Anche nel caso di e-mail pubblicitarie e spam la cosa migliore da fare è cancellarli subito. Soprattutto è importante non rispondere: nemmeno per comunicare che non si desidera ricevere altre notifiche.
- Non inoltrare catene di sant’Antonio, che chiedono di inviare un messaggio a più amici, promettendo una ricompensa a chi lo fa, e in alcuni casi arrivano a minacciare di disgrazie chi non lo fa. Non importa cosa vi sia scritto: questo genere di messaggi va cancellato. Di regola vi si nasconde un proposito pubblicitario.
Partecipazione attiva
- Non farsi strumentalizzare: non tutte le forme di coinvolgimento sono vera partecipazione. A volte proprio i bambini e i giovani vengono strumentalizzati, per esempio a scopi pubblicitari.
- Non postare, condividere o segnare con «Mi piace» → contenuti radicali ed estremistici: le reti sociali, i blog e altre piattaforme vengono spesso utilizzati per diffondere affermazioni discriminatorie o estremistiche o a scopi propagandistici. I bambini e i giovani possono diventare sia vittime che autori, se si fanno coinvolgere senza riflettere.
Cosa possono fare i genitori?
Sostenere e accompagnare i figli
- Scegliere proposte sicure e adatte all'età: esistono delle chatroom create appositamente per bambini. Questi siti sono gestiti da moderatori che supervisionano la chat, controllano i contributi prima della loro pubblicazione, intervengono in presenza di contenuti inappropriati ed espellono i partecipanti molesti. Nell'ottica della protezione dei dati, gli esperti raccomandano in particolare Threema e Signal quali alternative a WhatsApp.
- Osservare i limiti di età: per la maggior parte delle reti sociali l'età minima è di 13 anni. Un'eccezione è data da WhatsApp che dal 2018 prevede un'età minima di 16 anni. Nella realtà, tuttavia, è facile aggirare i limiti di età oppure il loro rispetto non viene affatto controllato. Secondo lo studio MIKE 2017, in Svizzera il 55 per cento degli alunni tra i 9 e i 13 anni usa WhatsApp almeno una volta alla settimana.
- Impostare insieme il profilo: accompagnate i vostri figli, soprattutto all'inizio, nelle diverse piattaforme di comunicazione. Spiegate loro a cosa devono stare attenti, p.es. a rifiutare sempre le richieste di amicizia di persone sconosciute e ad attenersi anche loro a regole comportamentali comuni. Queste regole sono formulate nella cosiddetta «netiquette» o «chatiquette».
Sensibilizzare e prevenire
- Tematizzare i rischi: informate i vostri figli sui potenziali pericoli e discutete con loro come comportarsi quando qualcosa pare loro strano. Spiegate loro quant'è importante coinvolgere voi o un'altra persona di fiducia se si sentono molestati, messi sotto pressione o offesi, se ricevono contenuti inappropriati o inquietanti o se hanno dubbi su chi si celi dietro un determinato profilo.
→ Sessualità & pornografia
→ Ciberbullismo
→ Estremismo & radicalizzazione - Attenzione agli incontri dal vivo: i vostri figli non si dovrebbero mai incontrare con una persona conosciuta su Internet senza essere accompagnati da una persona adulta. Inoltre, quale punto d'incontro dovrebbe essere sempre scelto un luogo pubblico.
- Non diffondere mai contenuti inappropriati o vietati: informate i vostri figli sul fatto che determinati atti su Internet possono avere conseguenze penali. Le rappresentazioni di atti di cruda violenza e la pedopornografia sono vietati. Pertanto occorre cautela quando minorenni si scambiano foto erotiche di se stessi. È inoltre perseguibile chi rende accessibili → contenuti pornografici a minori di 16 anni. Lo stesso vale per la diffusione e ridiffusione di contenuti razzisti,discriminatori e estremistici (→ Discriminazione & Hate Speech, → Estremismo & radicalizzazione).
Intervenire in caso di emergenza
- Raccogliere le prove: fare screenshot e copie delle chat.
- Segnalare e bloccare: bloccare immediatamente i contatti spiacevoli e molesti e informare i moderatori o gli operatori delle chat.
- Coinvolgere i servizi esterni: in casi gravi, rivolgetevi alla polizia. I contenuti vietati, inoltre, possono essere segnalati al → Centro nazionale per la cibersicurezza.
- Se desiderano un proprio indirizzo e-mail, chiedete ai vostri figli per che cosa serve loro. Avere un proprio indirizzo rappresenta anche un passo verso l’autonomia.
- Create assieme a loro l’indirizzo e-mail, prestando attenzione alle necessarie precauzioni (nome di fantasia, password). Eventualmente può esser opportuno creare due indirizzi separati: uno per uso privato e l’altro per la registrazione a vari servizi. Se la casella postale viene sommersa di spam, è possibile creare un nuovo indirizzo.
- Spiegate ai vostri figli i possibili rischi, in particolare quelli legati alla divulgazione dell’indirizzo e-mail privato e alla ricezione di messaggi di mittenti sconosciuti, spam o pubblicità.
- Parlate con i vostri figli di cosa occorre tenere conto nell’ambito della comunicazione. Spiegate loro per esempio che cosa bisogna inserire nella casella «Oggetto» oppure a che cosa servono le funzioni «cc» o «bcc». Mettete inoltre in chiaro che non si può mai sapere cosa capita a un’e-mail, per esempio se verrà inoltrata a insaputa del mittente, e che dunque è molto importante riflettere bene su ciò che si desidera scrivere.
Sostegno e accompagnamento
- Parlare degli interessi: a cosa si interessa vostro figlio o vostra figlia? Quali temi vorrebbe approfondire? Vorrebbe partecipare attivamente?
- Verificare le possibilità, online e offline: cercate insieme possibilità di partecipazione adatte all'età di vostro figlio o vostra figlia. Riflettete insieme su quali piattaforme e canali potrebbero essere consoni ai suoi desideri. Vuole scambiare opinioni e discutere con coetanei? Desidera pubblicare su Internet contenuti propri, p.es. in un blog? Anche nel mondo reale esistono numerose possibilità per impegnarsi su temi concernenti l'infanzia e la gioventù, p.es. nell'ambito dei parlamenti dei giovani (→ Ulteriori informazioni utili).
Sensibilizzare e dare l'esempio
- Promuovere un atteggiamento critico: aiutate i vostri figli a rafforzare le proprie competenze mediali e a valutare i contenuti su Internet con buon senso e distacco critico. Per quanto riguarda le iniziative o i gruppi dedicati a temi specifici (p.es. nelle reti sociali), occorre sempre verificare chi ne è il promotore e quali sono gli scopi perseguiti. Spesso, infatti, si tratta di proposte a carattere commerciale.
→ Fake news & manipolazione - La famiglia come modello: l'esperienza della partecipazione e dell'impegno si può vivere in casa. Coinvolgete i vostri figli nelle decisioni. Chiedete quali sono le loro idee e, se possibile, cercate di tenerne conto. Discutete con loro dell'impegno sociale e politico.
Ulteriori informazioni utili
- Mailo Junior
- Kidsmail.ch (in tedesco)
- KidsEmail.org (in anglese)
- Modulo per le segnalazioni di contenuti sospetti, attacchi o abusi su Internet – Centro nazionale per la cibersicurezza NCSC