Nella maggior parte dei casi, quando i giovani postano foto sexy di sé su Instagram, a noi adulti scatta il campanello d’allarme. La rappresentazione di sé e del proprio corpo contribuisce però anche a rafforzare l’autostima. Ma come fare perché questo avvenga in chiave di empowerment?
Recentemente, una cara amica mi ha confidato di provare sentimenti contrastanti verso il primo grande viaggio di sua figlia. La diciannovenne si è recata in aereo con un gruppo di amiche in Thailandia, dove, dopo una tappa a Bangkok, ha partecipato al Full Moon Party di Koh Phangan: «Credimi! Non puoi neanche immaginare il bikini che si è comprata per l’occasione. È meno di un francobollo.»
Per finire non ho avuto bisogno di immaginare nulla: ho visto le foto che sua figlia ha postato su Instagram. Devo ammetterlo: le ragazze sono stupende, si vede che si divertono un mondo, che si sentono bene nel proprio corpo e che celebrano questo fatto. Lo trovo fantastico, perché so per esperienza personale che sentirsi così a quell’età è tutt’altro che scontato. Senza contare che conosco molto bene Lena (nome di fantasia). È vero che attualmente assapora a piene mani la vita festaiola dei giovani. Ed è pure vero che in questo contesto a lei e alle sue amiche piace civettare con la propria femminilità. Ma so che si tratta di giovani donne molto intelligenti, consapevoli e responsabili.
Chi decide infatti quando una rappresentazione è fatta con empowerment autodeterminato e quando non lo è?