Nonostante il tentativo di dargli un’educazione neutrale in termini di genere, sui social media e nel suo ambiente mio figlio di 12 anni si scontra con ideali di mascolinità tossica e mal interpretata: i ragazzi devono essere forti, duri e muscolosi e di certo non indossare colori da femmina. La soluzione? È un percorso faticoso, ma porta sulla buona strada.
«In realtà mi piacerebbero queste». In un negozio di articoli sportivi, mio figlio si gira tra le mani una sneaker. È bianca e all’altezza della suola ha una striscia argento-viola. Anche l’imbottitura è viola. «Ti piacerebbero?», chiedo, sebbene io conosca già la risposta. Mio figlio rimette la scarpa sullo scaffale. «Sì, sono fiche. Ma se indossassi delle sneaker viola a scuola, gli altri mi farebbero a pezzi».
Il viola e il fucsia sono i suoi colori preferiti. Quelli di suo padre sono il fucsia e il turchese. La proverbiale mela che non cade lontano dall’albero, presumibilmente. Mentre il papà oggi gira tranquillo con uno zaino fucsia, il nostro dodicenne osa mettersi i suoi colori preferiti solo quando siamo lontanissimi da casa, preferibilmente all’estero. Ovvero quando nessuno della sua classe lo può vedere.
Anche nei film, nei libri e nei social media il protagonista è per lo più un duro pieno di muscoli.