Per quanto concerne l’approccio a questo tema, il pedagogo e sessuologo consiglia ai genitori di staccarsi dal modello del discorso sui rischi e mostrare più scioltezza, apertura e spirito: «Se si parte dal principio che è una cosa depravata e illecita, non può svilupparsi nessun tipo di dialogo. La cosa più importante è però di restare a disposizione quale interlocutore». Uno spunto divertente sul tema della pornografia (e della sua distinzione dalla realtà) è offerto per esempio dal video YouTube «Porn Sex vs Real Sex: The Differences Explained with Food» o dal manifesto «Things You Don’t See in Mainstream Porn» dell’artista Hazel Mead.
Inoltre, può essere utile provare una volta in prima persona a dare un’occhiata a qualcuna delle specifiche piattaforme porno disponibili. Ziemen sconsiglia invece assolutamente di guardare un porno assieme ai figli adolescenti. Lo stesso vale per la condivisione con loro delle proprie esperienze e preferenze.
Oltretutto, l’approccio alla pornografia dovrebbe sempre essere inquadrato in un piano complessivo di educazione sessuale, del quale un aspetto fondamentale è costituito dal tema dell’immagine del corpo. È infatti particolarmente importante dimostrare ai giovani che la bellezza è qualcosa che va ben al di là degli stereotipi, che si incontrano proprio nei film porno: «In fondo, la questione cruciale per i giovani è sempre la stessa: sono normale? Sono abbastanza? Sono desiderabile e degno di affetto?» spiega Ziemen.
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Indicazioni giuridiche: in linea di principio in Svizzera il consumo consensuale e il possesso di materiale pornografico (legale) sono consentiti. Tuttavia è vietato mostrare o rendere accessibile materiale pornografico a una persona minore di 16 anni. A prescindere dall’età, è vietata la cosiddetta pornografia dura, la quale comprende atti sessuali con minori o su animali e atti violenti.