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Che si tratti di TikTok, Snapchat, Instagram, Discord o WhatsApp, i social media e i servizi di messaggistica istantanea fanno parte della vita quotidiana degli adolescenti, che li utilizzano per scambiarsi opinioni, condividere esperienze, seguire i loro modelli o le tendenze.
Queste piattaforme offrono molte opportunità: connettono, intrattengono, promuovono la creatività e creano un senso di appartenenza. Allo stesso tempo, vi sono anche rischi, come le molestie, i commenti d’odio o il ciberbullismo.
Gli adulti possono sostenere i giovani utenti nell’utilizzo sicuro e responsabile dei social media.
I social media e i servizi di messaggistica istantanea possono svolgere funzioni importanti nel percorso di crescita per diventare adulti.
Le impostazioni di controllo e protezione possono essere utili, ma non sostituiscono il dialogo sui rischi.
La sfera privata è un bene prezioso, sia la propria che quella degli altri.
Ciò che viene condiviso rimane spesso visibile più a lungo di quanto si pensi.
I genitori e le persone di riferimento dovrebbero familiarizzarsi con le piattaforme più popolari.
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Per dirla in breve, queste piattaforme consentono agli adolescenti di fare online esatta-mente ciò che amano fare offline: conversare con gli amici, conoscere gente, scambiarsi opinioni e sentirsi parte di un gruppo. TikTok, Instagram e altri servizi offrono molte opportunità importanti per lo sviluppo della personalità:
Senso di appartenenza: anche se non ci s’incontra di persona, si rimane in contatto e si può vedere cosa stanno facendo gli altri o a cosa s’interessano.
Informazione: che si tratti di tendenze, interessi personali o notizie di ciò che accade nel mondo, il primo mezzo d’informazione per i giovani sono i social media.
Orientamento: gli influencer fungono da modelli, sia in termini di stile, sia per le loro azioni o per lo stile di vita che trasmettono.
Autorappresentazione: tramite like, la condivisione di contenuti o immagini e video personali, si puo mostrare ciò che si ama o vedere l’effetto che si ha sugli altri.
Riconoscimento: i like, i follower o i commenti positivi danno la sensazione di essere apprezzati e considerati.
Partecipazione: chi posta qualcosa può essere creativo, contribuire attivamente o pren-dere parte a sfide.
Attraverso i social media e i servizi di messaggistica istantanea, persone estranee possono entrare rapidamente in contatto con i minori, spesso tramite messaggi diretti o commenti. I pedocriminali utilizzano in modo mirato le piattaforme più popolari tra i bambini e i giovani.
Aggressioni sessuali
A cosa occorre prestare attenzione nelle amicizie online?
Nelle chat di classe e di gruppo o nelle sezioni dei commenti si diffondono rapidamente insulti, esclusioni o immagini imbarazzanti.
Ciberbullismo
Cosa posso fare se i miei figli sono vittime di bullismo online?
I contenuti offensivi, spregiativi o pieni di odio vengono spesso diffusi proprio sui social media. E quando un post è oggetto di reazioni negativi, ad esempio commenti spregiativi o derisori, il giovane autore può sentirsi ferito nella propria autostima.
Odio e radicalizzazione
Immagini perfette, esperienze straordinarie, corpi scolpiti: tutto questo porta a modelli irrealistici. Quando gli adolescenti si confrontano con i loro idoli, possono facilmente sviluppare la sensazione di non essere all’altezza.
Salute mentale
Influencer e pubblicità
I social media hanno caratteristiche che possono favorire la «dipendenza». Le notifiche push, i like e le storie fanno sì che ci sia sempre qualcosa in ballo e che si abbia la sensazione di perdersi qualcosa, se non si controlla ciò che gli altri hanno scritto o postato.
Salute mentale
Mio figlio è dipendente da Internet?
Non tutto ciò che viene condiviso sui social media è corretto o veritiero. Molti contenuti sono falsi, unilaterali o manipolati.
Disinformazione
Quando si mettono like ai post, si cercano determinati argomenti o ci si abbona a un ca-nale, le piattaforme mostrano sempre più contenuti simili. Questa modalità può diventare unilaterale ed è particolarmente pericolosa quando si tratta di opinioni estreme o malattie psichiche (disturbi alimentari, comportamenti autolesionistici).
Salute mentale
Intelligenza artificiale
Odio e radicalizzazione
Secondo le condizioni di utilizzo, molti social media e servizi di messaggistica istantanea, tra cui TikTok, Instagram, Snapchat e WhatsApp, possono essere utilizzati soltanto a partire dall’età di 13 anni. Questi limiti di età hanno lo scopo di proteggere i bambini da contenuti inappropriati, contatti indesiderati e pubblicità problematiche. Tuttavia, nella realtà molti bambini sono attivi su queste piattaforme già molto prima, spesso utilizzando una data di nascita falsa.
Per questo motivo è ancora più importante che i genitori e le altre persone di riferimento accompagnino i giovani nell’utilizzo di queste piattaforme. Molti fornitori mettono ormai a disposizione funzioni di controllo e di protezione dei minori, come esposto negli esempi seguenti.
TikTok offre la «modalità accompagnata» (Family Pairing). I genitori possono impostare limiti di tempo, regolare la visibilità dell’account o stabilire se siano consentiti i messaggi diretti.
Su Instagram, tramite la funzione «Centro famiglia» i genitori possono configurare la supervisione per monitorare il tempo trascorso davanti allo schermo, limitare i contatti e ricevere notifiche quando il figlio segue nuove persone.
Su Discord è possibile personalizzare le impostazioni relative alla sicurezza e alla protezione dei dati, ad esempio definendo chi può inviare messaggi o se i contenuti inappropriati debbano essere filtrati automaticamente.
Nonostante la tecnologia, va tenuto presente che il controllo non sostituisce il dialogo.
I bambini più grandi e i giovani dovrebbero imparare a proteggersi da soli. Questo implica tra l’altro saper utilizzare le impostazioni relative alla sfera privata, non condividere la propria posizione ed essere a conoscenza della possibilità di bloccare qualcuno. Le informazioni personali non devono essere condivise con sconosciuti. Inoltre, in caso di situazioni che causano disagio o insicurezza, i giovani dovrebbero sempre sapere che possono chiedere aiuto agli adulti.
I genitori e le persone di riferimento non devono necessariamente utilizzare tutte le app, ma dovrebbero sapere ciò che interessa ai bambini e ai giovani. Conoscere piattaforme come TikTok, Snapchat, BeReal o Discord e familiarizzarsi con esse consente non solo di valutare meglio i rischi e fornire un accompagnamento adeguato, ma anche di offrire un sostegno più credibile e diventare più facilmente una persona di fiducia a cui rivolgersi in caso di domande o problemi.
Vale la pena di dare un’occhiata in particolare alle app che non si utilizzano personal-mente: quali funzioni offrono? Come funziona la comunicazione? Che ne è della protezione dei dati e quali impostazioni sono disponibili per tutelare la sfera privata?
In linea di massima è più sicuro chattare via social media o un’app di messaggistica istantanea piuttosto che in una chatroom anonima. Nelle chatroom anonime (p. es. Discord, Twiq o Chatroom 2000), infatti, si verificano più spesso episodi di molestie sessuali.
Le foto dei bambini vengono condivise non solo dai genitori, ma anche da altre persone di riferimento tramite servizi di messaggistica istantanea come WhatsApp e Telegram o sulle piattaforme dei social media. Questo può però avere ripercussioni di vasta portata sulla sfera privata e sul benessere dei bambini e dei giovani. Certe foto che forse per i genitori sono tenere potrebbero un giorno essere percepite dai figli come imbarazzanti. E i pedocriminali sfruttano foto comuni per manipolarle e inserirle in un contesto sessuale. È dunque importante stare attenti e riflettere accuratamente su quali fotografie condividere o postare.
Inoltre, anche i bambini e i giovani dovrebbero essere consapevoli che tutti hanno diritto alla sfera privata. Chi desidera pubblicare foto o video in cui compaiono altre persone deve prima ottenere il loro consenso. Analogamente, si ha il diritto di chiedere la cancellazione di un’immagine postata da altri senza il proprio consenso. E i propri profili social possono essere impostati in modo tale che le immagini sulle quali si è stati taggati possano essere pubblicate soltanto con il proprio consenso.
Il diritto all’immagine è tutelato dall’articolo 28 del Codice civile (CC). Chi vuole pubblicare un’immagine (foto, video), per esempio sui social media, deve ottenere il consenso delle persone che vi si possono riconoscere. In caso contrario, queste persone hanno il diritto di procedere per via legale contro la pubblicazione. Se una persona posa consapevolmente, questo atteggiamento può essere considerato come un consenso alla pubblicazione dell’immagine. Ha comunque il diritto di opporsi in seguito alla pubblicazione. Fanno ecce-zione le riprese nello spazio pubblico o in occasione di eventi pubblici, dove è possibile fare e pubblicare foto senza il consenso delle persone ritratte, purché queste non siano in primo piano.
Anche i bambini e i giovani che postano foto e video devono sapere che non possono pubblicare immagini di altri senza il loro permesso.
Va inoltre tenuto presente che il diritto all’immagine vale anche per i minori. I genitori dovrebbero dunque sempre riflettere attentamente prima di pubblicare immagini dei loro figli. Se nel caso dei più grandi si può discutere di vantaggi e svantaggi e bisogna chiedere il loro consenso, per i bambini più piccoli i genitori sono responsabili di tutelare i loro diritti.
La condivisione di contenuti come foto, video o musica sui social può violare il diritto d’autore di altri. Per principio, ogni utilizzazione di un’opera che vada oltre l’uso privato nella stretta cerchia di familiari e amici necessita del consenso dell’autore o di una licenza. Questo significa che immagini, video, testi, brani musicali o film non possono essere semplicemente copiati, caricati o utilizzati in altro modo. Passaggi di opere pubblicate possono essere citati soltanto con l’indicazione della fonte. Per l’utilizzo di fotografie di terzi è di norma necessaria l’autorizzazione del fotografo.
Fanno eccezione le opere senza diritto d’autore (p. es. Creative Commons), che sono messe a disposizione dai loro autori. In questo caso, generalmente basta citare l’autore. Inoltre, nel contesto scolastico è consentito, a determinate condizioni, l’utilizzo di opere protette.
È perseguibile penalmente chiunque possiede, rende accessibili o fabbrica registrazioni he mostrano atti di cruda violenza verso esseri umani o animali. Ciò vale anche per le immagini e i video condivisi sui social media e nei gruppi sui servizi di messaggistica istantanea. In quest’ultimo caso bisogna prestare particolarmente attenzione, poiché alcuni servizi di messaggistica istantanea salvano automaticamente sul cellulare i contenuti ricevuti nelle chat di gruppo, tranne se si disattiva questa funzione. Il salvataggio sul cellulare è considerato come possesso delle registrazioni in questione Art. 135 CP, «Rappresentazione di atti di cruda violenza»
Ultimo aggiornamento del testo il 12.11.25