Si gioca da che mondo è mondo. Nel corso dell’evoluzione, il gioco si è affermato non solo tra i bambini di tutte le culture, ma anche tra i cuccioli della maggior parte dei mammiferi. Invece, non sembra più trovare posto nel nostro mondo «funzionale». Perché il gioco produce prevalentemente divertimento.
Molti genitori di bambini piccoli sono disorientati dai giochi digitali, ossia giochi per computer, videogiochi e app. C’è l’app per costruire con i Lego, e il videogioco per curare un animale domestico. Questi giochi non sono assolutamente adatti ai bambini sotto i 3 anni. A questa età sono troppo piccoli per lo schermo; il contatto con le persone di riferimento è fondamentale per lo sviluppo cerebrale. L’alfabetizzazione mediatica deve riguardare bambini più grandi e ragazzi. Dopo i 3 anni, nulla vieta l’interazione limitata con media digitali e videogiochi, accompagnati da un adulto, almeno fino ai 5 anni. Bambini più grandi e ragazzi possono giocare anche da soli, purché siano stati concordati tempi e tipo di gioco.
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La convivenza di tutti noi si basa sostanzialmente sulla fiducia. All’inizio del secolo scorso, il filosofo statunitense William James ha definito il concetto di verità: consideriamo vero ciò che rappresenta un vantaggio, ossia non prestiamo sempre attenzione ai fatti quando crediamo a qualcosa, ma prendiamo per vero ciò che si adatta al nostro mondo.
Cosa succede quando qualcuno mente intenzionalmente? Oggi è particolarmente facile ingannare milioni di persone online: le bugie ben architettate non sono affatto emplici da smascherare. È pertanto importante che i bambini e i giovani imparino a riconoscere le bugie e a proteggersi da queste – è un’arte che devono imparare. Qual è la motivazione che si cela dietro a un video? Quali mezzi utilizza un testo per influenzare la nostra percezione? Non basta leggere articoli, guardare video, ascoltare podcast – solo chi capisce i contenuti può utilizzarli a proprio beneficio.
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Più velocemente di quanto ci si aspetti, - glie e gli iniziano a trovare altre persone più forti, migliori, più intelligenti o più divertenti dei propri genitori. Gradualmente aumenta l’influenza della cantante dal guardaroba stravagante o del giocatore con grandiosi video Let’s Play su Twitch. Di punto in bianco assumono atteggiamenti, espressioni, abbigliamento e pettinatura dei nuovi idoli. E noi genitori ci sentiamo esclusi da questo strano mondo.
Gli influencer condizionano bambini/e e adolescenti in modo più esteso e profondo di quanto si pensi. Proprio per questo, in quanto genitori e insegnanti dovremmo promuovere un uso competente dei media da parte dei nostri gli e studenti. Perché in quest’ambito gli esperti sono gli adulti, che possono educare a non guardare unicamente alla nuova sneaker o canzone, ma ad osservare meglio e riconoscere il condizionamento.
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