In questo corso sui media, gli alunni imparano cosa significa usare i media in modo responsabile e quali regole occorre rispettare. Imparano inoltre quali sono i vantaggi e gli svantaggi dei media digitali.
La competenza degli alunni di una classe relativamente all'uso dei media è molto eterogenea e si compone della propria esperienza con i media, dell'educazione mediatica e della formazione sui media. Sulla base di un'autovalutazione degli alunni svolta online e dell'accordo con il docente, svolgiamo lezioni specifiche per la rispettiva classe (livelli di competenza secondo la tassonomia di Bloom per ogni campo tematico), tenendo così conto della eterogeneità della classe.
Costo: CHF 400
I media digitali affascinano già i bambini delle classi inferiori. Sempre più presto e in modo più intenso: a queste condizioni i bambini entrano in contatto con i media digitali.
In questo modulo, gli alunni si confrontano con il termine «media» e parlano della loro quotidianità mediatica. Sulla scorta della storia «Ancora cinque minuti», i bambini annotano e disegnano le loro attività nel tempo libero, imparando quanto è importante e meraviglioso vivere un mix equilibrato tra attività offline e online. Nel laboratorio mediatico, i bambini creano registrazioni audio, utilizzano un tutorial per un compito di piegatura e risolvono compiti sul tema dei media.
Costo: CHF 400
TV, tablet & co attirano i bambini come calamite. Si divertono a guardare immagini in movimento, ad ascoltare storie e a giocare. Durante l'unità didattica, i bambini parlano con il burattino del loro utilizzo dei media, giocano attivamente con un cartone animato e imparano giocando la differenza tra realtà e finzione.
Obiettivi di apprendimento: Gli alunni possono avere uno scambio di opinioni relativamente alle loro esperienze con i media e parlare dell'utilizzo dei media. Si rendono conto che esistono alternative ai media con schermo che sono altrettanto divertenti e interessanti e capiscono che nei film non è tutto vero.
Costo: CHF 300
Il nostro sviluppo non dipende semplicemente dalla natura. In ogni tappa della nostra vita accumuliamo esperienze ed elaboriamo quanto ci accade: è così che impariamo e che affermiamo la nostra unicità. Tra tutte le peculiarità che ci differenziano gli uni dagli altri, tuttavia, c’è qualcosa di sostanzialmente identico: le sfide che tipicamente ci poniamo noi esseri umani. Questo è il principio alla base del modello a stadi dello sviluppo psicosociale, pubblicato dallo psicologo Erik H. Erikson nel 1966. Secondo tale modello, ogni fase della vita è caratterizzata da un preciso conflitto.
Ogni conflitto costituisce una sfida: chi lo risolve compie un passo avanti nel proprio sviluppo, chi non lo risolve non è ancora pronto per lo stadio successivo. Secondo Erikson, nella tarda adolescenza e nella prima età adulta l’individuo sviluppa un’identità stabile, e cioè conosce il proprio ruolo e i propri compiti all’interno della società e provvede al relativo adempimento. L’identità, pertanto, coincide anche con la realizzazione personale. Su questa solida base si costruiscono le fasi di sviluppo successive.
Costo: gratis
A lungo si è creduto che il nostro cervello fosse pienamente sviluppato all’età di dodici anni. Oggi sappiamo che nella pubertà ha luogo una rivoluzione che dura diversi anni. Il passaggio da bambino ad adulto provoca un caos sia nel cervello sia nel corpo.
Quando gli adulti chiedono a bambini e giovani di essere maggiormente responsabili, la richiesta cade perlopiù nel vuoto. Dal profilo anatomico non ne sono ancora capaci; il loro lobo frontale è ancora in fase di sviluppo. È pertanto essenziale che vi siano delle condizioni quadro che consentano ai giovani di allenare autodisciplina, motivazione e il loro metodo di apprendimento. Ed è la funzione di esempio di genitori, insegnanti e società a creare tali condizioni.
Costo: gratis